Ecco che comincia la nostra storia :sono in attesa.
Un tenero esserino sta crescendo dentro di me pronto ad accogliere tutto l’amore che il tuo papà ed io abbiamo da darti.
Si è vero, c’è stato un piccolissimo episodio di perdita ematica durante il secondo mese, ma tutto si è risolto bene. Mi hanno fatto prendere la vitamina E ( per anni ho creduto che questa fosse la causa, ma non è vero).
Così andiamo avanti, sono gli anni sessanta. Ancora non c’è l’idea che durante la gravidanza si debbano fare tanti controlli, certamente le ecografie non sono di routine.
Il parto è una gioia per me: finalmente ci conosciamo!
Però che strano, ti hanno messa fra le mie braccia solo un momento, tutta infagottata: come sei bella!
Adesso mi dicono che non devo alzarmi per venire a vederti nella nursery: il medico ci deve parlare prima.
Ci dice che c’è una piccola anomalia, una manina più piccola, sono cose che capitano.
Papà quasi sviene e io resto lì impalata e confusa; cosa dice questo qua? Come osa? Come sei bella!
La prima domanda che mi frulla in testa è egoismo puro: PERCHE? Perchè a me, a noi? Due genitori sani e belli e nessuno in famiglia con qualcosa che non va.
Cinque minuti dopo ho già cambiato idea: PERCHE’ A TE? Come sei bella!
Ti prendo in braccio e profumi di buono, io non vedo proprio nulla di diverso da come dovrebbe essere (non lo vedrò mai). Tenera e fiduciosa aspetti che ti conduciamo per mano nella grande avventura della vita: non temere c’è qui la tua mamma!
I medici dicono “sindattilia” e basta. Di tutto il resto non sanno, non gli è mai capitato ed in fondo forse poco gliene importa: è una malformazione, succede.
Mica c’era Internet! Mica bastava un “clic”! La ricerca in biblioteca attraverso quell’unica parola che mi è stata detta –sindattilia- non porta da nessuna parte.
Due pediatri di fama, consultati privatamente si barcamenano tra un sorriso e un consiglio: certamente si potranno liberare le dita da quella pelle che le tiene unite, ma più avanti, molto più avanti quando, adolescente, lo sviluppo della mano consentirà di operare senza perdere la vascolarizzazione.
E le altre domande? Come sarà lo sviluppo, il braccio sarà lungo egualmente? E quello strano incavo alla spalla? E il tuo divenire donna?
E poi ancora: desideriamo ardentemente un altro figlio,se non si sanno le cause, se questa cosa fosse ereditaria, se, se ,se…………
Buio. Finalmente un ginecologo ammette la propria ignoranza:” dato che non sappiamo niente, lei ha le stesse probabilità di prima di mettere al mondo un figlio con qualche problema”
Stranamente questa risposta d’impotenza invece di allarmarmi mi calma: OK! E se anche fosse? Non ci vogliamo forse bene? Non stai crescendo forse bella e serena? Se il tuo fratellino fosse come te non sarebbe altrettanto bello? Forse sono stupida, ma continuo a rifiutarmi di vederti diversa.
Io faccio la mamma e tu la bambina, tutto qui! Non ti nascondere, se qualcuno non capisce, il problema sta nei loro occhi e nella loro mente, non in te!
Il tuo fratellino arriva, bellissimo! Non ha nulla! Del resto, oggi lo sappiamo, le probabilità erano praticamente zero. Anche tutti quelli che verranno poi e che porteranno i nostri geni, i tuoi geni, staranno benone!
Ecco, adesso la situazione mi è più chiara. Non posso chiedere ai medici quello che non sanno.
Quindi mi dedico a ciò che mi appare più urgente: farti crescere allegra e serena, consapevole di te stessa. Il mondo è lì di fuori e ti spetta la tua parte. Non esiste qualcosa che tu non possa fare: vuoi suonare la chitarra? Bene, il tuo papà te la compra. Fai esercizi con entrambe le mani.
Non ci siamo arresi però!
A Legnano c’è un reparto di chirurgia ricostruttiva della mano dove un paio di interventi liberano le tue dita.
La degenza in questo Ospedale è una esperienza sconvolgente per i tanti casi umani che si vedono.
Molti toccano proprio il cuore, altri sconcertano……….come quella figlia che malediceva continuamente la madre per averla messa al mondo (non ricordo che malformazione avesse).
Ci guardiamo negli occhi e tu mi dici: mamma come sono fortunata!
E qui, in questo Ospedale che sentiamo per la prima volta “sindrome di Poland”?
Intanto la vita scorre, si evidenziano le altre anomalie correlate alla SDP.
Vuoi mettere il bikini? Ok , aggiustiamolo un po’ e vai in giro a testa alta. Lo dici sempre, la gente non vede quello che gli metti sotto il naso, ma scova sempre quello che nascondi.
Vuoi nuotare? Ok, andiamo al corso in piscina.
Sei una bella ragazzina, arrivano i primi flirt : ricordi il quadernone delle nostre confidenze?
Tu scrivevi alla sera quello che forse era difficile dirsi faccia a faccia e io mi prendevo il tempo la mattina mentre tu eri a scuola, per trovare le parole giuste, le risposte (spero) giuste.
Quanto siamo cresciute, maturate, sia tu che io, così?
Ci dicevamo che occorreva la massima sincerità sin da subito, niente da nascondere. I ragazzi non sono stupidi e se qualcuno lo fosse e scappasse subito, meglio che sparisca in fretta.
Ci sarà qualcuno che sa vedere con gli occhi dell’amore, che sa pesare con la bilancia del cuore e dell’intelligenza!
C’era. Il risultato sono questi tre splendidi nipoti che ci hai dato e che oggi riempiono allegramente di caos la tua casa!
Perciò dimmi, cosa è successo? Che cosa ha sconvolto adesso la tua vita ormai tranquilla?
Dillo alla mamma.
Hai fatto “clic” e hai scoperto un nuovo mondo? Gente che condivide la tua esperienza? Teneri cuccioli che nascono con il loro piccolo o grande fardello? Mamme e papà scombussolati che ancora devono affrontare l’avventura?
Faccio “clic” anch’io: voglio condividere con te fino in fondo.
Sono contenta. Ora non sei più sola come la famosa particella di sodio dell’acqua da tavola.
Anche tuo padre ed io non siamo più soli. Oggi lui ci ha lasciati, ma prima di andarsene ha saputo che tu hai trovato la via per realizzare il tuo sogno.
Come dice Paul Valery “ il modo migliore per realizzare un sogno è incominciare a svegliarsi”.
E tu ti sei svegliata: sei arrivata all’intervento di oggi prendendo coscienza perfettamente di quello che dovevi affrontare. Ti hanno aiutata molto questi nuovi amici dell’associazione: ciascuno la propria storia, la propria esperienza, con tanto rispetto, con tanto amore, con tanta serenità. Tutto si è evoluto,la ricerca, la chirurgia.
Viviamo in un villaggio globale dove l’informazione, ma anche i contatti reciproci, si propagano in tempo reale, esplodono (per chi lo sa vedere) in una meravigliosa armonia.
Lasciami dire una cosa a quei genitori che oggi pensano di essere in fondo a un pozzo nero.
Guardate in alto, su, su all’imboccatura del pozzo! Guardate bene perché è lì che, prima o poi, ma certamente, passerà il sole!
Ciao